La cravatta: capriccio maschile o di più?

Cravatta

La cravatta, nata inizialmente come semplice fazzoletto, ha conquistato ben presto un posto di rilievo nella vita dell’uomo. Ornamento indispensabile all’eleganza maschile, esprime la personalità di chi la indossa e diviene strumento di grande importanza nelle relazioni sociali.

Le origini della cravatta si fanno risalire al XVI secolo, alla guerra dei Trent’anni. I cavalieri mercenari croati al soldo del re di Francia si distinguevano per un fazzoletto annodato al collo. Gli ufficiali francesi, attenti all’eleganza, furono subito attratti dai fazzoletti croati e non esitarono ad esibire anche a corte questo nuovo e bizzarro accessorio, che si affermò inizialmente in Francia e in Inghilterra, subendo graduali trasformazioni che hanno portato a realizzare l’attuale cravatta.

La qualità si misura in base alla qualità del tessuto, alla qualità degli interni, alla manifattura, alla cura dei particolari.

La prima prova è quella del tatto: bisogna lasciarsi guidare dalla sensazione che si prova nel toccare il tessuto. Bisognerebbe stropicciare la cravatta e vedere in che modo il capo torna allo stato normale. Riguardo al tipo di lavorazione della seta, abbiamo la cravatta in seta stampata e in seta tessuta.

Nella prima i motivi sono ottenuti per giustapposizione: i singoli disegni vengono stampati in successione sulla seta. Nella seconda i disegni vengono tessuti nell’ambito dell’armatura, rappresentata dalla combinazione dei fili dell’ordito e della trama.